Enzino degli Angels of Love ha solo 42 anni. Siccome organizza party e crea tendenze in ambito clubbing da 25 anni, vuol dire che ha iniziato giovanissimo, per la precisione a soli 16 anni. “La mia deadline sono i 60”, dice scherzando. “Ho ancora davanti 18 anni per organizzare belle cose. Scherzi a parte, Giorgio Moroder sta ancora suonando, per cui se c’è ancora il piacere di fare le cose, non c’è nessun motivo per smettere”. Per la primavera 2015 gli Angels si sono inventati un gran bel festival: Neapolis of Love Summer Camp, all’Ecoparco del Mediterraneo di a Castevolturno (CE), a mezz’ora da Napoli. In console il 30 aprile ed l’1 maggio 2015 arrivano un bel po’ di di top dj internazionali ed italiani dal sound molto diverso tra loro: Ben Sims, Carl Craig, Kenny Dope, Louie Vega,Ralf, Stefano Noferini, Luca Agnelli, Marco Faraone (e tanti altri). Era il momento perfetto per fare due chiacchiere con Enzino.
Gli Angels of Love rappresentano 25 anni di storia del clubbing in Italia e in Europa. Da Ibiza alla Campania, avete fatto di tutto… e oggi vi siete inventati questo festival. Cosa rappresenta per voi?
Neapolis of Love Summer Camp nasce proprio per celebrare questo traguardo. Mancava un festival di 24 ore in una location bellissima. Ci sono ormai anche in Italia eventi che durano una sola notte o una sola giornata, ma niente una location come l’Ecoparco del Mediterraneo, è unica. E’ una struttura polifunzionale immersa nel verde. Chi per qualche momento non ha voglia di ballare, può fare sport, c’è un vero hotel con 44 camere e 14 lodge vista lago… e poi c’è la musica. Ci saranno tre aree diverse, sia al chiuso sia all’aperto e abbiamo voluto un festival non facilmente etichettabile. Ci sono tanti top dj techno, ma c’è pure tanta house… E’ un festival che rappresenta anche le mie radici musicali: deep house, break beat, house.
Guarda caso ci saranno un sacco di dj italiani, sia espertissimi, sia giovani ma già in ascesa in tutto il mondo (tra gli altri Ralf, Stefano Noferini, Luca Agnelli, Marco Faraone, Carlo Carità, Francesco Miele…).
Credo sia un giusto mix di dj dal sound diverso, un po’ come succedeva agli eventi Syncopate tanti anni fa. Troppo spesso noi italiani tendiamo a volte imitare i festival esteri, ma noi crediamo davvero nei dj italiani. Come tutti sappiamo manca un po’ la voglia di collaborare, tra i diversi dj, ognuno sembra sempre farsi un po’ i fatti propri. La realtà è che la stessa cosa accade anche in Germania o in UK, ma poi palcoscenici come l’Ultra diventano l’occasione perfetta per collaborare.
Oltre alla musica, che ci sarà da fare all’Ecoparco del Mediterraneo?
Ci saranno ad esempio delle splendide piste da skate. Sarà possibile rifocillarsi col migliore street food campano. I punti ristoro saranno ad esempio delle vecchie Ape Piaggio e si potranno gustare panini, sandwich, pizze ed altre leccornie, ovviamente col sorriso sulle labbra.
La collocazione nel calendario sembra riuscita. Non è necessario aspettare giugno o luglio per ballare all’aperto, soprattutto al centro sud. La stagione estiva può allungarsi.
L’estate è già qua a livello metereologico. A livello statistico, in Campania, negli ultimi 20 anni è piovuto di più in giugno che in aprile e maggio. Lo dico toccando ferro, sono 18 anni che non piove il Primo maggio… ma se proprio dovesse capitare, non mancano grandi spazi al coperto, all’Ecoparco. Infatti durante le ore notturne si ballerà al chiuso, mentre durante il giorno si starà all’aperto, a due passi dai laghi. Non è stato facile trovare una location simile, aperta 24 ore al giorno e così bella. L’Area Club apre a mezzanotte, la seconda area invece apre alle 3 e chiude alle 10, la main room apre alle 10… insomma si balla in zone sempre diverse… E per risposarsi? C’è ad esempio l’hotel, dove c’è il late check out fino alle 18, ovvero si può restare 32 ore al prezzo di 24… Il prezzo del biglietto (20 euro per un giorno, 35 per due giorni) non è eccessivo. Non vogliamo solo puntare a fare i numeri, ma creare un festival diverso dagli altri.
Che ci dici della scena elettronica campana? Spinge forte come qualche anno fa?
Direi proprio di si. Molti dei dj italiani al top nel mondo sono campani (Marco Carola, Joseph Capriati, ndr). Significa che in questi 25 anni abbiamo fatto un gran bel lavoro, non certo da soli. Infatti sono contento quando qualcuno in Campania ed altrove organizza belle cose, vuol dire che abbiamo fatto venir voglia a tanti di fare un buon lavoro.
Cosa pensi dei dj superstar di nuova generazione?
Calvin Harris, Martin Garrix, i VINAI… sono popstar, non “semplici” dj. Talenti come Madonna, Michael Jackson o band rock di grande livello non nascono ogni giorno, per cui i management che hanno bisogno di creare talenti investono su questo tipo di fenomeni, proprio come capitò per i Take That. Oggi in Usa, in top ten, ci sono oggi 8 pezzi EDM in classifica, un brano hip hop e uno rock, dieci o quindici anni fa c’erano 8 pezzi rock… Sia chiaro, se dietro questi fenomeni c’è un artista di talento, questo artista durerà nel tempo. Ma il nostro ambito d’azione, come Angels of Love è sempre stato diverso, noi lavoriamo da sempre nell’underground e nei club. Qui decide il pubblico: se si diverte con un dj, se è contento di spendere 30 euro per ascoltarlo, questo dj cresce, sennò no.
Tuttavia anche in ambito techno & dintorni, i fenomeni “pop” esistono, vedi Nina Kraviz… e la divisa da lavoro dei techno dj (total black) non è certo così originale.
E’ vero. La bella Nina forse non è tra le mie dj preferite, ma ha sostanza, a livello musicale ed a livello comunicativo. E’ nata nel nella scena club di Mosca e San Pietroburgo, è una gran bella ragazza ed ha stile e sa gestire le PR, visto che è sempre stata legata alla moda. Per quel che riguarda i dj techno ‘standard’, sono tutti figli di Rick Owens, come modo di vestire. La loro t shirt nera è un cliché e sa di pochissimo, è solo molto facile da mettere, ma non colpisce nessuno.
Ma la figura del dj underground esiste ancora?
Non esiste più. Esistono pubblici diversi. Ovvero c’è chi ama un genere musicale e c’è chi ne ama un altro, ma ogni dj con un suo pubblico prende 4 voli la settimana, spesso vola con un aereo privato, come può essere ‘underground’? I dj oggi sono protagonisti anche nei cartoni animati.
Come si fa a dare spazio ai nuovi talenti?
Il nostro lavoro come organizzatori di questo festival è anche quello di coinvolgere tanta gente grazie al line up ed alla location e dare spazio ai tanti nuovi talenti della line up. E il lavoro continua. A settembre aprirò un nuovo club a Napoli in cui farò suonare soprattutto dj della nuova scena, solo una volta al mese proporremo le solite cose. E’ anche una necessità economica, per poter organizzare cose belle non sempre è necessario investire decine e decine di migliaia di euro. Oggi sono di più coloro che amano le novità rispetto a chi vuol sentire le solite cose.
Fonte: alladiscoteca.com